Manuale di sopravvivenza
I consigli di alcuni ex allievi della Scuola di giornalismo
I consigli di alcuni ex allievi della Scuola di giornalismo
I consigli di Thomas Schürch (Ticinonews)
Per sfruttare al massimo un’esperienza come quella della Scuola di giornalismo occorre il giusto atteggiamento: mostrarsi curiosi, essere desiderosi di apprendere e immagazzinare tutte le nozioni che vengono fornite. Il lavoro del giornalista tocca infatti vari ambiti (politica, cronaca giudiziaria, esteri) e avere un’infarinatura di tutti questi argomenti è fondamentale per poterli trattare in maniera corretta.
Trovo che sia utile cominciare il proprio percorso nel giornalismo scrivendo per riviste come Spendere Meglio e L’Inchiesta, perché si comprende l’importanza della ricerca e della raccolta di dati. Inoltre, lavorare con delle scadenze da rispettare aiuta a entrare nel ritmo del lavoro del giornalista. Gli stage offrono invece l’opportunità di vedere da vicino diverse redazioni e differenti modi di fare questo mestiere. Durante questi stage, è molto importante cercare di fare una buona impressione, perché così facendo ci si apre la strada per possibili collaborazioni.
In generale, un giornalista deve sempre essere attento a quello che gli capita attorno, ma anche a ciò che sente: delle semplici “chiacchiere”, magari in un contesto informale, possono nascondere delle notizie e degli spunti interessanti per un articolo. Inoltre, le idee personali sono sempre bene accette; se c’è un tema che vi sta particolarmente a cuore o che vi appassiona, pensate a come potreste trasformarlo in un servizio giornalistico. Un altro requisito per poter fare questo mestiere è la flessibilità: può capitare di finire tardi la sera, o di ritrovarsi a dover riscrivere dall’inizio un pezzo perché magari sono emerse delle nuove informazioni. Si tratta di un lavoro impegnativo ma, allo stesso tempo, estremamente stimolante, poiché permette di trattare tanti temi differenti.
Conoscere più lingue è fondamentale per un giornalista, soprattutto in Svizzera. Accade infatti di dover riprendere degli articoli pubblicati dai media dell’area germanofona ,e la conoscenza del tedesco agevola molto il lavoro. Un altro argomento su cui vorrei soffermarmi sono i social media: non solo rappresentano una fonte di informazioni, ma spesso consentono anche di reperire immagini da inserire negli articoli, soprattutto per fatti che capitano all’estero. È molto utile possedere quindi un account per Facebook, Instagram e Twitter. Infine, la patente. Averla semplifica enormemente la vita del giornalista e se ancora non l’avete, vi consiglio di farla il prima possibile.
In bocca al lupo!
Per sfruttare al massimo un’esperienza come quella della Scuola di giornalismo occorre il giusto atteggiamento: mostrarsi curiosi, essere desiderosi di apprendere e immagazzinare tutte le nozioni che vengono fornite. Il lavoro del giornalista tocca infatti vari ambiti (politica, cronaca giudiziaria, esteri) e avere un’infarinatura di tutti questi argomenti è fondamentale per poterli trattare in maniera corretta.
Trovo che sia utile cominciare il proprio percorso nel giornalismo scrivendo per riviste come Spendere Meglio e L’Inchiesta, perché si comprende l’importanza della ricerca e della raccolta di dati. Inoltre, lavorare con delle scadenze da rispettare aiuta a entrare nel ritmo del lavoro del giornalista. Gli stage offrono invece l’opportunità di vedere da vicino diverse redazioni e differenti modi di fare questo mestiere. Durante questi stage, è molto importante cercare di fare una buona impressione, perché così facendo ci si apre la strada per possibili collaborazioni.
In generale, un giornalista deve sempre essere attento a quello che gli capita attorno, ma anche a ciò che sente: delle semplici “chiacchiere”, magari in un contesto informale, possono nascondere delle notizie e degli spunti interessanti per un articolo. Inoltre, le idee personali sono sempre bene accette; se c’è un tema che vi sta particolarmente a cuore o che vi appassiona, pensate a come potreste trasformarlo in un servizio giornalistico. Un altro requisito per poter fare questo mestiere è la flessibilità: può capitare di finire tardi la sera, o di ritrovarsi a dover riscrivere dall’inizio un pezzo perché magari sono emerse delle nuove informazioni. Si tratta di un lavoro impegnativo ma, allo stesso tempo, estremamente stimolante, poiché permette di trattare tanti temi differenti.
Conoscere più lingue è fondamentale per un giornalista, soprattutto in Svizzera. Accade infatti di dover riprendere degli articoli pubblicati dai media dell’area germanofona ,e la conoscenza del tedesco agevola molto il lavoro. Un altro argomento su cui vorrei soffermarmi sono i social media: non solo rappresentano una fonte di informazioni, ma spesso consentono anche di reperire immagini da inserire negli articoli, soprattutto per fatti che capitano all’estero. È molto utile possedere quindi un account per Facebook, Instagram e Twitter. Infine, la patente. Averla semplifica enormemente la vita del giornalista e se ancora non l’avete, vi consiglio di farla il prima possibile.
In bocca al lupo!
I consigli di Michele Sedili (Radio Ticino)
Una delle armi più importanti per un giornalista è la sua rubrica. Tutti gli spunti possibili infatti servono a poco, se non si ha una persona esperta con cui trattare i temi. Spesso si dice che il giornalista deve essere un po’ un “tuttologo”, ma non è vero. Non siamo tenuti a sapere tutto, ma dobbiamo avere l’elasticità mentale per essere in grado di trattare i temi più disparati e fare le domande giuste alle persone giuste.
Dal momento che non si è tenuti ad essere degli esperti su ogni tema, non bisogna farsi problemi a chiedere spiegazioni e delucidazioni alle persone che si stanno intervistando. Lo scopo non è sapere sempre tutto, ma saper ascoltare e fare domande puntuali.
Spesso in questo lavoro si trattano tematiche complesse, perciò è indispensabile prima di tutto comprenderle e saperle poi spiegare in modo chiaro. Il giornalista deve parlare, o scrivere, in maniera semplice e fruibile, la chiarezza è un elemento chiave. Non abbiamo infatti solo il compito di scovare le notizie, ma anche quello di renderle comprensibili a chi ci legge o ci ascolta.
Un altro strumento fondamentale per svolgere questo lavoro è l’agenda. Infatti è importante tenere nota degli eventi, degli appuntamenti e delle ispirazioni per articoli e interviste, per poter organizzare al meglio la giornata.
Nulla è scontato e ogni piccolo fatto può celare una notizia. L’ispirazione può venire leggendo un post sui social network, chiacchierando con qualcuno o mentre si passeggia per la città. L’importante è avere sempre un occhio critico verso tutto ciò che si vede. Farsi sempre delle domande è fondamentale.
La scuola di giornalismo è un’ottima occasione per mettere in pratica questo lavoro. Vengono fornite nozioni, spunti di discussione, di riflessione e soprattutto la possibilità di mettersi in gioco sia a scuola che in vere redazioni, così da fare esperienza, farsi conoscere e, per i più fortunati, trovare un posto di lavoro. L’importante è vederla non solo come una scuola, ma come un’occasione. I compiti assegnati e le opportunità sono uguali per tutti, sta al singolo allievo metterle a frutto nel suo percorso.
I consigli di Massimo Baciocchi
Occhi e orecchie aperte
Leggere
Agenda
Social e multimedia
Flessibilità
La scuola di giornalismo è un’occasione d’oro. Un’occasione unica per diventare giornalisti seri e competenti. La teoria che imparerete durante la formazione troverà sempre l’occasione di essere messa in pratica, già da subito. Voi dovete metterci solo l’interesse per il giornalismo, entusiasmo per la vita e l’impegno e l’attenzione che il corso merita.
Occhi e orecchie aperte
- Parlare il meno possibile. Osservare e ascoltare sono le vere basi del giornalismo. Niente è scontato, niente è inutile: la notizia spesso si cela nei dettagli: una parola, una frase o un’immagine possono fare la differenza quando si conduce “un’ indagine”. Sì, spesso il lavoro del giornalista è simile a quello del detective.
Leggere
- La lettura è uno strumento fondamentale per informarsi e ricercare notizie. Libri, articoli di giornale, blog e pure i social media. Leggete tutto quello che vi capita per le mani e sotto gli occhi. Tutto è buono per trovare spunti e idee, informarsi e approfondire i temi. Ovviamente apertura mentale e spirito critico devono essere sempre in modalità ON.
Agenda
- L’agenda è uno strumento importante di lavoro per annotare eventi e appuntamenti. Spesso è fondamentale giocare d’anticipo sui tempi per essere sul pezzo prima degli altri. Mettete in agenda anche tutti i numeri e gli indirizzi delle persone che incontrerete sul lavoro. Che poi sicuro torneranno ancora utili nel futuro. Il lavoro del giornalista si basa anche sulle Connections. L’agenda può anche essere elettronica. Anche perché in ogni caso di uno smartphone e un PC ne avrete certo bisogno. Ma credetemi; carta e penna saranno comunque i vostri alleati migliori.
Social e multimedia
- I social-network se usati con criterio possono essere molto utili. Ad esempio sono molti i canali di informazione che si affidano Facebook e Twitter. È sul web che le notizie arrivano prima. L’uso di programmi di grafica e di montaggio inoltre, sono il futuro del giornalista multimediale. Oggi si può fare un buon servizio giornalistico anche con un cellulare. La tecnologia rende il lavoro ancora più interessante oltre che più rapido e efficiente.
Flessibilità
- Eh già... bisogna proprio essere flessibili. Gli orari fissi sono un privilegio che raramente viene concesso ai giornalisti i quali devono essere anche disposti a spostarsi spesso e molto. Sappiatelo. A chi piace la routine consiglio davvero un altro tipo d’impiego professionale.
La scuola di giornalismo è un’occasione d’oro. Un’occasione unica per diventare giornalisti seri e competenti. La teoria che imparerete durante la formazione troverà sempre l’occasione di essere messa in pratica, già da subito. Voi dovete metterci solo l’interesse per il giornalismo, entusiasmo per la vita e l’impegno e l’attenzione che il corso merita.
I consigli di Ivan Campari (La Borsa della Spesa)
Il giornalismo non è per tutti. Come fare a capire se fa per te? Un ottimo modo per farsi un'idea, nel bene e nel male, secondo me è proprio questa "Scuola".
Ho messo scuola fra virgolette. Perché non devi aspettarti un ambiente universitario, basato unicamente su corsi ex cathedra ed esami da superare. Certo, c'è anche qualcosa del genere. Ma per la maggior parte del tempo assomiglia di più ad un apprendistato, il tutto in un contesto un po' sperimentale (pochissime persone, e quindi tutto è personalizzato e si è molto sollecitati). Del resto, fondamentalmente, il giornalismo è pratica. Il che non significa che non ci siano dei pre-requisiti.
Innanzitutto, indipendentemente dal media per il quale vorresti lavorare, devi saper scrivere. E un ottimo modo per migliorare la propria scrittura, è leggere. Già, perché i giornalisti fanno proprio questo per la maggior parte del tempo: scrivono e leggono. Leggono e scrivono.
Devi poi essere curioso. Un giornalista è spesso una specie di investigatore, alla ricerca di informazioni, oppure di qualcosa che confermi/smentisca delle informazioni che già possiede, oppure dell'opinione di una persona di fondamentale importanza (un esperto, un politico, una personalità pubblica). Qualsiasi sia la cosa che tu stai cercando, se vuoi avere delle speranze di trovarla, devi volerlo veramente ed avere le orecchie sempre "rizzate", pronto a cogliere qualcosa, anche un dettaglio insignificante, anche durante la pausa pranzo o il fine settimana, che potrebbe portarti nella giusta direzione.
Devi anche essere molto preciso. È fondamentale. Il rigore nel giornalismo non è una qualità, ma una necessità. Una semplice imprecisione/mancata verifica di un’informazione, può avere conseguenze pesantissime per te o per altri.
Ci sono poi tutta una serie di aspetti pratici, come il vincere la timidezza in determinate situazioni o il capire come condurre un'intervista senza farsi "infinocchiare" dall'intervistato, o ancora l'evitare di incorrere in strafalcioni. Ma tutte queste cose si imparano solo con l'esperienza, non c'è altra via.
Questa Scuola per me è stata innanzitutto una conferma che effettivamente è questo il lavoro che fa per me. Ma è anche stata una specie di ponte. Una giusta via di mezzo fra la fase "studi" della mia vita e la fase "lavoro". A volte, passare da una all'altra può essere brutale, perché sono mondi che si parlano poco. La Scuola di Giornalismo di Bellinzona invece si situa proprio a metà strada e può essere un buon metodo per fare questo passaggio da studente a lavoratore.
Qui troverai due persone molto esperte e complementari fra di loro che ti trasmetteranno in poco tempo un concentrato di conoscenze, know-how e piccoli trucchetti fondamentali per questa professione e potrai anche muovere i tuoi primi passi come giornalista. Potrai fare esperienza essendo al contempo ancora in un ambiente protetto.
Il consiglio più importante di tutti: prendi questa esperienza sul serio. Non è così scontato che te ne ricapitino altre, e se non la sfrutti a dovere mettendoci impegno e serietà, chissà, più avanti potresti anche avere qualche rimpianto.
Il giornalismo non è per tutti. Come fare a capire se fa per te? Un ottimo modo per farsi un'idea, nel bene e nel male, secondo me è proprio questa "Scuola".
Ho messo scuola fra virgolette. Perché non devi aspettarti un ambiente universitario, basato unicamente su corsi ex cathedra ed esami da superare. Certo, c'è anche qualcosa del genere. Ma per la maggior parte del tempo assomiglia di più ad un apprendistato, il tutto in un contesto un po' sperimentale (pochissime persone, e quindi tutto è personalizzato e si è molto sollecitati). Del resto, fondamentalmente, il giornalismo è pratica. Il che non significa che non ci siano dei pre-requisiti.
Innanzitutto, indipendentemente dal media per il quale vorresti lavorare, devi saper scrivere. E un ottimo modo per migliorare la propria scrittura, è leggere. Già, perché i giornalisti fanno proprio questo per la maggior parte del tempo: scrivono e leggono. Leggono e scrivono.
Devi poi essere curioso. Un giornalista è spesso una specie di investigatore, alla ricerca di informazioni, oppure di qualcosa che confermi/smentisca delle informazioni che già possiede, oppure dell'opinione di una persona di fondamentale importanza (un esperto, un politico, una personalità pubblica). Qualsiasi sia la cosa che tu stai cercando, se vuoi avere delle speranze di trovarla, devi volerlo veramente ed avere le orecchie sempre "rizzate", pronto a cogliere qualcosa, anche un dettaglio insignificante, anche durante la pausa pranzo o il fine settimana, che potrebbe portarti nella giusta direzione.
Devi anche essere molto preciso. È fondamentale. Il rigore nel giornalismo non è una qualità, ma una necessità. Una semplice imprecisione/mancata verifica di un’informazione, può avere conseguenze pesantissime per te o per altri.
Ci sono poi tutta una serie di aspetti pratici, come il vincere la timidezza in determinate situazioni o il capire come condurre un'intervista senza farsi "infinocchiare" dall'intervistato, o ancora l'evitare di incorrere in strafalcioni. Ma tutte queste cose si imparano solo con l'esperienza, non c'è altra via.
Questa Scuola per me è stata innanzitutto una conferma che effettivamente è questo il lavoro che fa per me. Ma è anche stata una specie di ponte. Una giusta via di mezzo fra la fase "studi" della mia vita e la fase "lavoro". A volte, passare da una all'altra può essere brutale, perché sono mondi che si parlano poco. La Scuola di Giornalismo di Bellinzona invece si situa proprio a metà strada e può essere un buon metodo per fare questo passaggio da studente a lavoratore.
Qui troverai due persone molto esperte e complementari fra di loro che ti trasmetteranno in poco tempo un concentrato di conoscenze, know-how e piccoli trucchetti fondamentali per questa professione e potrai anche muovere i tuoi primi passi come giornalista. Potrai fare esperienza essendo al contempo ancora in un ambiente protetto.
Il consiglio più importante di tutti: prendi questa esperienza sul serio. Non è così scontato che te ne ricapitino altre, e se non la sfrutti a dovere mettendoci impegno e serietà, chissà, più avanti potresti anche avere qualche rimpianto.
I consigli di Martina
È importante sapere più lingue. Durante gli stage mi è tornato utile sia il tedesco che il francese e in certi casi anche l'inglese. Una volta ho aiutato a doppiare un'intervista di un giocatore di hockey che parlava solo inglese.
È molto importante saper prendere appunti rapidamente durante le conferenze stampa. Col tempo e l'esperienza arriverà anche la capacità di saper cogliere le cose importanti.
Quando si intervista qualcuno (a scuola vi faranno sicuramente una lezione su quello), è importante avere una scaletta di domande e immaginarsi le possibili risposte. Durante lo stage alla radio mi è capitato più volte di aver "finito" le domande e quindi è utilissimo avere sempre una domanda di riserva.
All'inizio facevo un po' fatica a intervistare qualcuno su una tematica che non avevo capito bene. Piuttosto che farsi vedere impreparati, chiedete delucidazioni senza farsi troppi problemi. Per esempio: "Non ho capito bene questa iniziativa, di cosa si tratta?" "Quali temi sono stati trattati?" "Cos'ha da dire riguardo a X?". In base alle risposte si costruisce il resto dell'intervista. All'inizio può essere difficile, ma con l'esperienza, si riesce bene.
Il giornalista è un po' un tuttologo: ogni giorno si confronta con temi molto diversi e a volte non sempre si è preparati o informati. In questo caso, è sempre utile sentire un'esperto o chiedere a un collega che ne sa di più.
È importante citare le fonti (a scuola vi parleranno sicuramente del codice deontologico dei giornalisti).
Siate curiosi, propositivi e collaborativi. Avere la patente è meglio! Se durante gli stage vi mandano a una conferenza stampa, andare in macchina è spesso più veloce.
È importante sapere più lingue. Durante gli stage mi è tornato utile sia il tedesco che il francese e in certi casi anche l'inglese. Una volta ho aiutato a doppiare un'intervista di un giocatore di hockey che parlava solo inglese.
È molto importante saper prendere appunti rapidamente durante le conferenze stampa. Col tempo e l'esperienza arriverà anche la capacità di saper cogliere le cose importanti.
Quando si intervista qualcuno (a scuola vi faranno sicuramente una lezione su quello), è importante avere una scaletta di domande e immaginarsi le possibili risposte. Durante lo stage alla radio mi è capitato più volte di aver "finito" le domande e quindi è utilissimo avere sempre una domanda di riserva.
All'inizio facevo un po' fatica a intervistare qualcuno su una tematica che non avevo capito bene. Piuttosto che farsi vedere impreparati, chiedete delucidazioni senza farsi troppi problemi. Per esempio: "Non ho capito bene questa iniziativa, di cosa si tratta?" "Quali temi sono stati trattati?" "Cos'ha da dire riguardo a X?". In base alle risposte si costruisce il resto dell'intervista. All'inizio può essere difficile, ma con l'esperienza, si riesce bene.
Il giornalista è un po' un tuttologo: ogni giorno si confronta con temi molto diversi e a volte non sempre si è preparati o informati. In questo caso, è sempre utile sentire un'esperto o chiedere a un collega che ne sa di più.
È importante citare le fonti (a scuola vi parleranno sicuramente del codice deontologico dei giornalisti).
Siate curiosi, propositivi e collaborativi. Avere la patente è meglio! Se durante gli stage vi mandano a una conferenza stampa, andare in macchina è spesso più veloce.
I consigli di Linda
La scuola di giornalismo non è un’università, non è un corso online e non è un apprendistato. Ogni giorno è sperimentale. I giorni di scuola ogni tanto sono strutturati, ogni tanto un fiume in piena. A questo punto capisci veramente come funziona una redazione. Raccogliendo materiale per inchieste mai pubblicate, ho capito anche che non tutto diventa un articolo.
Essendo sempre stata un’appassionata dello studio, le lezioni del docente universitario erano quelle più chiare per me. Quelle pratiche le capivo in teoria, ma è solo facendo gli stage che ho potuto davvero imparare tanto e applicare ciò che avevo appreso in precedenza.
Il mio primo lavoro "redazionale" è stato pessimo. Dovevo scrivere degli articoli per un sito, però io non mi proponevo, anche per timidezza, e il mio capo non mi diceva cosa fare in modo chiaro. Quelle poche cose che ho scritto inizialmente sono state da tema scolastico.
Quando finalmente mi sono trovata in una vera redazione, con telefoni che squillano, persone che parlano sulle altre, scrivanie piene di giornali e di qualsiasi altra cosa, ho capito che quella “disorganizzazione” al corso è stata una buona scuola. Infatti, ogni tanto ho proposto cose mai pubblicate, o i miei servizi sono rimasti congelati tre settimane prima di andare in onda.
Scrivendo per “L’Inchiesta” ho davvero amato le inchieste mascherate. Sono stata con una complice in varie agenzie viaggi per confrontare le loro proposte e in diverse farmacie per constatare se vendevano ai minorenni un tal sciroppo alla codeina usato come stupefacente.
Il momento in cui ho imparato di più, però, è stato quando mi sono trovata “faccia a faccia” con le notizie di cronaca. Il guaio è che non hai un mese di tempo per preparare il tuo articolo, perciò ho dovuto mettere in pratica la lezione di scuola: “gli articoli vanno scritti in fretta - e ricontrollati in modo rapido – perché ci sono scadenze da rispettare”.
È grazie alle opportunità di lavoro offerte dalla scuola che ho imparato ad essere veloce. Spesso arrivava un comunicato della Polizia Cantonale e in poco tempo lo dovevo scrivere in modo più comprensibile per poterlo leggere, ad esempio, nel radiogiornale delle 12.
In redazione ogni mattina è un po’ una sorpresa. È alla riunione quotidiana che si scopre chi si occupa di coprire quale notizia. Una conferenza sulla sanità oppure un libro presentato dal tal scrittore perché siamo media partner?
Sì, perché purtroppo non si tratta sempre solo di notizie di cronaca, ma per sopravvivere bisogna anche essere un po’ “diplomatici” con gli inserzionisti.
Il bello dei giornali dei consumatori, per cui ho scritto, è che le pubblicità non ci sono. La cosa meno allettante è che spesso se hai una notizia positiva non la scrivi, siccome i loro articoli tendono a metterti in guardia da cosa c’è che non va.
Questa scuola non bisogna prenderla come un ufficio di collocamento, ma come un campo di addestramento. Se siete interessati alle cose che vi circondano, temi di politica inclusi, e siete pronti a sacrificare qualche weekend, ad imparare ad essere dei tuttologi – conoscere diverse cose di campi differenti – e a condividere con gli altri le notizie, penso proprio che sia il corso giusto per voi.
Oltre a dimostrare della conoscenza generale e un interesse per questa professione più genuino del “come occupo quest’anno visto che non so cosa fare...”, fate la patente se ancora non l’avete. Una volta che cerchi lavoro in tanti ti chiedono di avere la patente.
Secondo una ricerca svizzera, le condizioni di lavoro nel settore giornalistico sono peggiorate, anche a causa di internet che tende a creare una produttività di articoli più quantitativa che qualitativa. Nonostante ciò i giornalisti sono soddisfatti del loro lavoro, stressante e sregolato, tanto da consigliarlo ai giovani. Perciò, spero che grazie a questa testimonianza possiate decidere se è ora di mettere in gioco la vostra vita per dedicarvi al giornalismo.
La scuola di giornalismo non è un’università, non è un corso online e non è un apprendistato. Ogni giorno è sperimentale. I giorni di scuola ogni tanto sono strutturati, ogni tanto un fiume in piena. A questo punto capisci veramente come funziona una redazione. Raccogliendo materiale per inchieste mai pubblicate, ho capito anche che non tutto diventa un articolo.
Essendo sempre stata un’appassionata dello studio, le lezioni del docente universitario erano quelle più chiare per me. Quelle pratiche le capivo in teoria, ma è solo facendo gli stage che ho potuto davvero imparare tanto e applicare ciò che avevo appreso in precedenza.
Il mio primo lavoro "redazionale" è stato pessimo. Dovevo scrivere degli articoli per un sito, però io non mi proponevo, anche per timidezza, e il mio capo non mi diceva cosa fare in modo chiaro. Quelle poche cose che ho scritto inizialmente sono state da tema scolastico.
Quando finalmente mi sono trovata in una vera redazione, con telefoni che squillano, persone che parlano sulle altre, scrivanie piene di giornali e di qualsiasi altra cosa, ho capito che quella “disorganizzazione” al corso è stata una buona scuola. Infatti, ogni tanto ho proposto cose mai pubblicate, o i miei servizi sono rimasti congelati tre settimane prima di andare in onda.
Scrivendo per “L’Inchiesta” ho davvero amato le inchieste mascherate. Sono stata con una complice in varie agenzie viaggi per confrontare le loro proposte e in diverse farmacie per constatare se vendevano ai minorenni un tal sciroppo alla codeina usato come stupefacente.
Il momento in cui ho imparato di più, però, è stato quando mi sono trovata “faccia a faccia” con le notizie di cronaca. Il guaio è che non hai un mese di tempo per preparare il tuo articolo, perciò ho dovuto mettere in pratica la lezione di scuola: “gli articoli vanno scritti in fretta - e ricontrollati in modo rapido – perché ci sono scadenze da rispettare”.
È grazie alle opportunità di lavoro offerte dalla scuola che ho imparato ad essere veloce. Spesso arrivava un comunicato della Polizia Cantonale e in poco tempo lo dovevo scrivere in modo più comprensibile per poterlo leggere, ad esempio, nel radiogiornale delle 12.
In redazione ogni mattina è un po’ una sorpresa. È alla riunione quotidiana che si scopre chi si occupa di coprire quale notizia. Una conferenza sulla sanità oppure un libro presentato dal tal scrittore perché siamo media partner?
Sì, perché purtroppo non si tratta sempre solo di notizie di cronaca, ma per sopravvivere bisogna anche essere un po’ “diplomatici” con gli inserzionisti.
Il bello dei giornali dei consumatori, per cui ho scritto, è che le pubblicità non ci sono. La cosa meno allettante è che spesso se hai una notizia positiva non la scrivi, siccome i loro articoli tendono a metterti in guardia da cosa c’è che non va.
Questa scuola non bisogna prenderla come un ufficio di collocamento, ma come un campo di addestramento. Se siete interessati alle cose che vi circondano, temi di politica inclusi, e siete pronti a sacrificare qualche weekend, ad imparare ad essere dei tuttologi – conoscere diverse cose di campi differenti – e a condividere con gli altri le notizie, penso proprio che sia il corso giusto per voi.
Oltre a dimostrare della conoscenza generale e un interesse per questa professione più genuino del “come occupo quest’anno visto che non so cosa fare...”, fate la patente se ancora non l’avete. Una volta che cerchi lavoro in tanti ti chiedono di avere la patente.
Secondo una ricerca svizzera, le condizioni di lavoro nel settore giornalistico sono peggiorate, anche a causa di internet che tende a creare una produttività di articoli più quantitativa che qualitativa. Nonostante ciò i giornalisti sono soddisfatti del loro lavoro, stressante e sregolato, tanto da consigliarlo ai giovani. Perciò, spero che grazie a questa testimonianza possiate decidere se è ora di mettere in gioco la vostra vita per dedicarvi al giornalismo.